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Rembrandt Bugatti

Rembrandt Bugatti, nato a Milano in una famiglia di artisti, è una figura affascinante nel panorama dell'arte del XX secolo. Figlio di Carlo Bugatti, un celebre disegnatore noto per il suo lavoro nel campo dell'Art Nouveau, e di Teresa Lorioli, Rembrandt cresce immerso in un ambiente culturalmente ricco. La sua ascendenza artistica si arricchisce ulteriormente grazie a Giovanni Segantini, suo nonno, e al fratello maggiore Ettore, che diventerà il fondatore dell'iconica casa automobilistica Bugatti.



Ritratto dell'artista Rembrandt Bugatti
Rembrandt Bugatti


La casa di famiglia a Milano è frequentemente visitata da artisti del calibro di Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo, che influenzano il giovane Rembrandt. Il suo nome insolito è il risultato dell'influenza di Ercole Rosa, uno sculore che funge anche da padrino. Fin dalla giovane età, Rembrandt mostra un interesse precoce per la scultura, in gran parte ispirato dal noto scultore russo Paolo Troubetzkoy.


Dopo aver studiato all’Accademia di Brera, Rembrandt espone i suoi primi lavori a Venezia e poi si trasferisce a Parigi con la famiglia nel 1902. Qui, entra in contatto con Adrian Aurelien Hébrard, proprietario di una galleria e fonderia d'arte, con il quale firma un contratto per lavorare e vendere le sue sculture in bronzo. Pur essendo di natura solitaria, l'amore di Rembrandt per la natura lo porta a trascorrere molto tempo in una riserva naturale parigina, dove trae ispirazione dal mondo animale che tanto lo affascina.


Una delle sue opere più celebri, "Elefante danzante", realizzata nel 1904, diventerà simbolo della Bugatti Royale negli anni '20 grazie al fratello Ettore. Nel 1907, stabilisce il suo studio ad Anversa, vicino allo Zoo, dove ha l'opportunità di osservare da vicino gli animali esotici, scolpendo creature come elefanti, pantere e leoni in una serie di opere ben accolte dal pubblico. Nel 1911, una mostra di oltre cento sculture organizzata dalla galleria Hébrard segna un grande successo per l'artista.


Tuttavia, l'oscurità si riversa su Rembrandt con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, un evento che lo segna profondamente e lo porta a soffrire di depressione. Il suo stato d’animo è ulteriormente aggravato dalla devastazione arrecata agli animali dello zoo che tanto amava. Nonostante i suoi sforzi per aiutare i feriti attraverso la Croce Rossa di Anversa, la sua salute peggiora per via di una tubercolosi. Tornato in Italia per arruolarsi, Rembrandt viene riformato e, tornando a Parigi, si trova solo e senza risorse economiche in un mercato artistico in crisi.


La sua vita si spegne tragicamente nel suo studio di Montparnasse, dove, non avendo ancora compiuto 32 anni, decide di togliersi la vita inalando gas. È sepolto nella tomba di famiglia in Alsazia, lasciando dietro di sé un'eredità artistica che continua a essere celebrata e apprezzata. La sua storia, segnata da talento e sofferenza, rimane un potente tributo al mondo dell'arte e alla complessa natura dell'animo umano.

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